Progetto sulla biodiversità con Fondazione Edmund Mach

A - Ricerca di strategie di difesa viticola attraverso metodiche atte a ridurre l’impiego di composti rameici ottimizzando le strategie di difesa

Il regolamento (UE) 2018/1981 ha introdotto importanti riduzioni degli apporti di rame in vigneto. Ad oggi la quantità di rame impiegabile per ettaro nell’arco di sette anni ammonta a 28 kg ovvero una media 4 kg/ha con un massimo fissato a 6 kg/ha. Nel contesto della viticoltura biologica e non solo tale riduzione ha comportato un adeguamento dei piani di difesa da peronospora.
Nell’ambito progettuale, in accordo con le aziende, si è deciso di sperimentare strategie di difesa diversificate in un vigneto piano coltivato a Rebo e allevato a guyot in località Fornaci la cui suscettibilità a Plasmopara viticola risultava importante e di difficile gestione in conduzione biologica.

Dati meteo e modello DSS
Per monitorare l’andamento climatico dello specifico vigneto si è ritenuto necessario disporre di dati relativi a temperatura dell’aria, umidità relativa, bagnatura fogliare e precipitazioni. Questo ha permesso di avere indicazioni precise relativamente allo sviluppo di patogeni quindi calibrare la strategia di difesa in modo mirato e consapevole, compatibilmente con l’operatività aziendale.
A inizio stagione 2021 è stata quindi installata da parte dell’azienda Pratello una stazione meteo DigitEco adiacente al vigneto in prova e interfacciata, con il supporto di FEM, al modello DSS Rimpro plasmopara (https://rimpro.cloud/fr/platform/downy-mildew-plasmopara) in grado di fornire indicazioni su base previsionale circa le infezioni peronosporiche e tracciare l’andamento della patologia a seconda delle condizioni meteo climatiche registrate dai sensori di campo.
I dati meteo sono consultabili accedendo al sito https://www.agrometeo.digiteco.it/pratello con le apposite credenziali. I parametri, orari o giornalieri, registrati dai sensori della stazione sono i seguenti: temperatura minima, media e massima, umidità relativa minima, media e massima, pioggia (mm), bagnatura fogliare (min) e velocità del vento (m/s).

B - Sperimentazione in campo di varietà vegetali da fitorimedio o di pratiche volte al miglioramento delle performance ecologiche delle colture di interesse economico nei contesti locali sui suoli addizionati di fanghi di depurazione e riceventi aspersioni rameiche per caduta

L’appezzamento in oggetto . un vigneto di Rebo giovane, sito in località Fornaci, una zona dell’azienda in piano a 200 m s.l.m.. Una parte del vigneto si estende in una superficie precedentemente trattata con fanghi di depurazione. I suoli delle due zone (zona 1 – trattata e zona 2 – non trattata) sono stati caratterizzati dal punto di vista chimico-fisico e biologico, al fine di capire se la zona 1 fosse contaminata o caratterizzata da una bassa fertilità.
Sono state definite le tesi sperimentali da applicare in vigneto nella zona 1, al fine di implementare/conservare la fertilità del vigneto e, allo stesso tempo, avere un’azione di biorimediazione qualora fosse stata riscontrata una contaminazione. Pertanto, in inverno 2021 e poi in autunno 2021 gli interfilari del vigneto sono stati seminati con due tipologie di sovescio: un mix ricco in graminacee, in grado di implementare la componente carboniosa del terreno (tesi T1) ed un mix arricchito in leguminose, in grado di arricchire il terreno in azoto disponibile (tesi T2). Tra le specie seminate per entrambi i miscugli erano presenti specie utilizzate anche a scopo di fitorimedio. In alcuni filari della tesi T1 è stato distribuito nel sottofila letame alla dose di 300 q/ha di materiale fresco, come fonte di nutrienti (tesi T1+L). Gli interfilari lasciati ad inerbimento spontaneo sono stati utilizzati come controllo (tesi C).

Indice di micorrizazione % e intensità di micorrizazione % determinati in autunno del 2021 e 2022 sulle piante delle tesi oggetto di studio del vigneto Fornaci. I valori per ogni tesi sono determinati su un campione unico raccolto su piante diverse ed accorpato per ottenere un campione omogeneo rappresentativo per ogni tesi.

C - Ricerca di strategie di lotta alla siccità, all’inaridimento ed all’eccessiva evapotraspirazione e perdita di sostanza organica dei suoli vitati con aumento della resilienza verso i cambiamenti climatici

Al fine di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici ed aumentare la resilienza delle colture all’aridità si è scelto di impiegare cover crops/sovesci in grado di ridurre l’insolazione diretta e l’evapotraspirazione del suolo e limitarne la perdita della qualità e della fertilità. L’appezzamento in oggetto è un vigneto di Chardonnay, sito in località Brusadilì, una zona collinare arida dell’azienda a 236 m s.l.m.. In autunno del 2020 e del 2021 sono state seminate due tipologie di sovescio: una costituita da un mix di graminacee arricchito in leguminose (tesi M1) ed uno costituito da un mix equilibrato di graminacee, leguminose, brassicaceae e boraginaceae (tesi M2). Le due tesi sovesciate sono state confrontate con un controllo a inerbimento spontaneo (tesi C). Il disegno sperimentale del vigneto è mostrato in Fig. C.1. Per ogni tesi, al secondo anno di prova si è, inoltre, voluto testare come la diversa gestione degli erbai influisse sulla fertilità del suolo. In particolare, nel 2022 all’epoca dello sfalcio, la copertura di alcuni interfilari delle due tesi sovesciate è stata rullata, allettando le cover crops sulla superficie del suolo, quella dei rimanti interfilari è stata trinciata e lasciata sul suolo. Questa prova non ha prodotto risultati significativi in quanto non sono state evidenziate differenze n. tendenziali n. statistiche tra le due gestioni dell’erbaio, probabilmente a causa della grave siccità dell’annata produttiva 2022, che ne ha azzerato il confronto. Pertanto, i dati di questo confronto non verranno mostrati.

D - Monitoraggio della fertilità biologica dei suoli oggetto di studio nei diversi contesti aziendali

I suoli di tre tipologie di ecosistemi agrari e naturali del contesto aziendale, bosco, seminativo e oliveto, sono stati investigati in funzione del loro stato di fertilità e qualità.
La caratterizzazione chimico-fisica dei terreni è stata eseguita in due epoche, primavera 2021 e autunno 2022. I risultati hanno mostrato che i tre ecosistemi sono molto diversi tra loro. Il bosco possiede un suolo franco, moderatamente calcareo, subacido, ricco in sostanza organica, ben dotato in azoto totale e fosforo assimilabile, con una media dotazione in potassio scambiabile, molto ricco in magnesio scambiabile, ricco in ferro e manganese assimilabili, con livelli di concentrazione disponibile di metalli pesanti molto bassi. L’oliveto ha un suolo franco-sabbioso, estremamente calcareo, subalcalino, ricco in sostanza organica e azoto totale, molto ricco in P assimilabile, potassio e magnesio scambiabili, ricco in ferro e manganese assimilabili, con bassi livelli di concentrazione disponibile di metalli pesanti. Il suolo del seminativo è franco-limoso, molto calcareo, subalcalino, con un buon contenuto di sostanza organica, ben dotato in azoto totale, molto ricco in fosforo assimilabile, con una media dotazione in potassio e magnesio scambiabili e una normale dotazione in ferro e manganese assimilabili, con livelli di concentrazione disponibile di metalli pesanti molto bassi (ARPAV, 2007).

L’analisi multivariata delle componenti principali ha spiegato il 72% della varianza totale dei dati ed ha evidenziato la netta diversificazione dei suoli dei tre ecosistemi, che risultano nel grafico chiaramente separati in funzione delle caratteristiche chimico-fisiche. I vettori in rosso rappresentano le variabili che contribuiscono maggiormente alla separazione tra i gruppi ed, in particolare, le variabili che caratterizzano maggiormente l’ecosistema lungo la direzione delle frecce.

L’attività biologica dei tre suoli in autunno 2022 . risultata legata al grado dell’attività antropica e degli apporti naturali e/o agronomici di sostanza organica e nutrienti. L’attività idrolasica totale ha mostrato i valori più alti nell’oliveto e più bassi nel seminativo, mentre il bosco ha mostrato valori intermedi. L’attività ꞵ-glucosidasica non ha mostrato differenze tra ambienti diversi, esprimendo valori simili. L’attività ꞵ-glucosaminidasica è risultata maggiore nel suolo del bosco rispetto al seminativo, indicando che questa attività metabolica è particolarmente impattata dall’attività agricola. Al contrario, l’attività fosfatasica ha esibito i valori più alti nel suolo del seminativo rispetto al bosco, verosimilmente a causa degli apporti di letame che vengono praticati in azienda nel corso della stagione produttiva. è, infatti, ampiamente noto che l’utilizzo di questo ammendante in agricoltura è in grado di apportare elevate quantità di fosforo in forma organica, che rappresenta il substrato di reazione delle fosfatasi.

E - Monitoraggio della presenza, ricchezza ed abbondanza di apoidei apiformi non gestiti mediante bee hotel e trappolamenti con Pan traps sia nelle aree aziendali con prevalente vegetazione seminaturale che all’interno dei vigneti più estesi.

Il monitoraggio degli Apoidei Apiformi ha previsto il posizionamento delle Pan Traps in due siti dell’azienda. Nello specifico sono stati individuati due transetti (uno a Brusadilì e uno a Fornaci) con 5 plots distanziati di 5 metri uno dall’altro; in ciascun plot sono state collocate tre pan traps una gialla, una blu e una bianca. I colori utilizzati sono stati ottenuti con vernici speciali con una componente che riflette gli UV. Il posizionamento delle pan traps è stato effettuato alla metà dei mesi di aprile a luglio, durante il 2021 e da marzo a settembre durante il 2022.

In totale sono stati raccolti preparati 257 Apoidei Apiformi non Apis nel 2021 e 457 nel 2022. I generi più frequentemente rilevati sono stati: Andrena, Antophora, Bombus, Ceratina, Eucera, Halictus, Lasioglossum, Osmia e Xylocopa.
Nel complesso sono state individuate 34 morfospecie, 19 morfospecie erano presenti a Brusadilì e 24 a Fornaci. Nel complesso la diversità morfospecifica. risultata essere buona dimostrando l’importanza delle scelte agronomiche volte a ridurre l’impiego di prodotti fitosanitari e delle semine di sovesci.
Come sopra detto sono stati posizionati 5 Bee Hotel in diversi punti dell’azienda. Nonostante questi siano stati posizionati a stagione avanzata e alcuni problemi relativi alla stabilità dei Bee Hotel (alcuni sono caduti), alcune cannucce sono state colonizzate. La percentuale di colonizzazione media dei Bee Hotel è stata del 2.5% con un massimo del 3.9 ed un minimo dello 0.54%. Sebbene la percentuale di colonizzazione non sia così elevata al momento, la permanenza in loco dei Bee Hotel negli anni avvenire potrà favorire una colonizzazione maggiore e quindi assicurare una maggiore presenza di quegli apoidei che nidificano all’interno di cavità preesistenti.

F - Monitoraggio ambientale mediante le matrici delle api mellifiche per individuare eventuali contaminazioni da pesticidi o di altra origine (miele, polline, cera) e della ricchezza floristica mediante lo studio dell’origine botanica dei pollini raccolti dalle api mellifiche e del miele da loro prodotto.

Durante il 2021 sono state posizionate 6 colonie di api che sono state utilizzate per la raccolta di polline. I campionamenti di polline sono stati eseguiti da aprile a luglio con cadenza mensile. I campioni di polline raccolti nei 4 mesi sono stati utilizzati sia per le analisi botaniche sia per analisi chimiche per rilevare la presenza di eventuali contaminanti.
Dal punto di vista dei residui complessivamente sono stati rilevati 18 principi attivi, di cui 11 fungicidi, 3 insetticidi di cui uno utilizzato contro le zanzare, due erbicidi, e 2 inibitori. La concentrazione dei diversi principi attivi risulta bassa con l’unica eccezione del mese di giugno in cui vi è una concentrazione elevata di un insetticida (allethrin).

Durante il 2022 le analisi dei residui sono state eseguite nei mesi di marzo, aprile, maggio, giugno, agosto e settembre. Nel mese di luglio non è stato possibile analizzare il polline per alcuni problemi tecnici. I campioni di giugno, agosto e settembre sono risultati privi di residui. Il mese di maggio è quello in cui si sono trovati il maggior numero di residui. I residui riscontrati nei campioni di polline analizzati sono riconducibili a principi attivi che non sono stati utilizzati nelle strategie di difesa adottate dall’azienda e derivano molto probabilmente dal polline raccolto su colture confinanti le aree di pertinenza dell’azienda. Dobbiamo considerare che le api bottinano in un raggio di 1.5-3 km, ma che per la raccolta di polline possono arrivare a distanze molto maggiori. Nel complesso sono stati rilevati quattro fungicidi, un insetticida, un erbicida e un inibitore.

Per quanto riguarda il quoziente di rischio per le api anche nel 2022 questo si è attestato su valori molto bassi, al di sotto della soglia di PHQ= 50 o nulli, indicando una situazione dell’agroecosistema a basso rischio per le api mellifere e nei mesi di agosto e settembre a rischio nullo.

I campioni di polline raccolti da ciascun alveare sono stati analizzati anche dal punto di vista botanico. A tal fine 2 grammi di polline sono stati sciolti in 40 ml di acqua distillata, 20 microlitri di questa soluzione sono stati posti su un vetrino inclusi in gelatina glicerinata e successivamente osservati al microscopio. Per ogni vetrino preparato sono stati conteggiati e identificati circa 500 granuli pollinici. La biodiversità dei pollini è maggiore nei mesi di aprile e maggio durante il 2021, mentre sembra minore nel 2022. Risulta importante il ritrovamento di pollini di piante utilizzate nei sovesci ad indicare che questi possono essere una fonte importante non solo per il nettare ma anche per il polline, alimento fondamentale per le api.

G - Creazione di un percorso didattico-ricreativo basato su una casa d’api, una serie di Bee Hotel e di pannelli didattici correlati agli apoidei apiformi ed alla flora di interesse apistico

Nel corso dell’autunno 2020 sono state indicate una serie di piante mellifere sia erbacee che arbustive per la realizzazione di un percorso didattico da piantare nell’intorno della casa d’api che è stata realizzata nella primavera del 2021. L’impianto delle essenze nettarifere non è andato a buon fine e quindi non è stato ancora possibile realizzare il percorso didattico riguardante la flora nettarifera. Per quanto riguarda gli apoidei, sono stati posizionati 5 Bee Hotel all’interno dell’azienda che sono stati in parte colonizzati da osmie e megachili.